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Associazione Librai Antiquari d'Italia

"Caro Onomonimo ... speriamo di non liberarci dai libri"

Avere l'ambizione di presentare Umberto Eco, che ha inaugurato la Fiera del Libro di Torino con la conversazione Non sperate di liberarvi dei libri, può sembrare pretenzioso: ma non intendo qui parlare del professore di semiotica, dello scrittore italiano vivente più conosciuto nel mondo, bensì di Umberto Eco bibliofilo, raccontando quelle che sono le relazioni pericolose tra il collezionista ed il proprio pusher di libri antichi: un'esperienza unica, che consente al libraio di entrare nello spirito, ancor prima che nel portafoglio, del cliente.
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Umberto Pregliasco


Avere lambizione di presentare Umberto Eco, che ha inaugurato la Fiera del Libro di Torino con la conversazione Non sperate di liberarvi dei libri, pusembrare pretenzioso: ma non intendo qui parlare del professore di semiotica, dello scrittore italiano vivente piconosciuto nel mondo, bensdi Umberto Eco bibliofilo, raccontando quelle che sono le relazioni pericolose tra il collezionista ed il proprio pusher di libri antichi: unesperienza unica, che consente al libraio di entrare nello spirito, ancor prima che nel portafoglio, del cliente.

Un importante bibliofilo di qualche tempo fa, cosscrisse in una lettera: "Mi possiede una passione insaziabile che sino ad oggi non ho saputo nvoluto frenare ... Non so saziarmi di libri. Pudarsi che ne abbia pidel necessario; ma con i libri succede come con tutto il resto: lottenere ciche si cerca, stimola ulteriormente il desiderio. Ricerco inoltre libri di generi differenti che, per gli autori che li hanno scritti, o per gli argomenti di cui trattano, siano nello stesso tempo compagni graditi e fedeli, pronti a biasimarti, a darti consigli, a insegnarti i segreti delle cose...".

Quando iniziai la mia avventura nell'antiquariato librario, le e-mail non si potevano neppure immaginare, il fax non esisteva, ed i bibliofili preferivano risparmiare sulle telefonate. Attendevo dunque con ansia, ogni mattina, le cedole di commissione libraria ad affrancatura ridotta con le ordinazioni dei libri proposti sui nostri cataloghi. Prima ancora, gli ordini pervenivano con belle lettere vergate a mano, in cui i clienti si lasciavano andare a confidenze, librarie e non solo. Il bibliofilo che scrisse secoli fa che i libri mentre ci arrecano tanti vantaggi, non hanno bisogno di cibo ndi bevanda e sono contenti di una povera veste e di un cantuccio della casa era Francesco Petrarca: purtroppo non posseggo questi autografi petrarcheschi, ma conservo gelosamente altre missive bibliofile di clienti illustri, quali Benedetto Croce, Luigi Einaudi e ovviamente Umberto Eco.

LAssociazione Librai Antiquari dItalia, della quale sono Presidente da 5 anni, gli deve molto, perchattraverso i suoi romanzi ha contribuito parecchio a rendere familiare al grande pubblico il mondo delle biblioteche medioevali e dei libri antichi. Ho avuto la fortuna di conoscerlo ormai quasi 30 anni fa, mentre stava scrivendo quel capolavoro che rimane Il nome della rosa; allepoca spesso passava in libreria a Torino. Mi piace anzi pensare che ginegli anni Cinquanta, sconosciuto e squattrinato studente, Eco cercasse timidamente libri usati nella libreria di mio nonno, allepoca situata vicino al Collegio Universitario, dove risiedeva durante i suoi studi allUniversitdi Torino, coronati da una tesi sullestetica in San Tommaso.

Con Eco condivido, oltre alla piemontesite all amore per i libri, anche il piacere di giocare con le parole e con lenigmistica lo divertil neologismo omotrico che coniai quando si era lasciato ricrescere la barba, coscome la mia recente scoperta di un errore sulla pubblicitdella collana sul Medioevo da lui curata per Repubblica, dove raffigurato un monaco che scrive su un foglio di antifonario trecentesco, con il testo inopinatamente rivolto verso il lettore !

Anche il fatto di avere lo stesso nome ha contribuito a facilitare i rapporti: conservo le lettere che mi ha voluto intitolare Caro Omonimo, coscome segna-lazioni di inesattezze contenute nel mio catalogo, o rimostranze perchil libro che ricercava era gistato venduto ad altri. Spesso mi domando se, nei romanzi di Eco nasca prima luovo o la gallina, ovvero se sia lispirazione a guidare la collezione dei libri, o se sia proprio il possesso di certi testi ad ispirare la sua scrittura; ma indubbio che la stesura di tutti i suoi romanzi supportata da una approfondita consultazione delle edizioni antiche. Cosstato per Il nome della Rosa con gli erbari e i testi sulle droghe, i labirinti e lInquisizione inutile dire che il mio sogno sarebbe ritrovare un manoscritto del perduto secondo libro della Poetica di Aristotele, quello sul ridere, causa degli omicidi di Jorge e dellincendio della biblioteca, tuttora teatro dei piatroci incubi di ogni libraio antiquario.

La stessa, meticolosa, ricerca ha investito i testi alchemici e sui Rosacroce per la stesura del Pendolo di Foucault, ed opere sullordine dei Gesuiti, sullastronomia e la navigazione per Lisola del giorno prima. Proprio in questo romanzo solo un attento bibliofilo punotare come quasi tutti i titoli dei 40 capitoli corrispondano a suggestivi titoli di pio meno celebri libri secenteschi, dalla GrandArte della Luce e dellOmbra di Kircher, al Serraglio degli Stupori del Garzoni, dall Orologio oscillatorio di Huygens, alle Artificiose Macchine di Ramelli, alla Nautica rilucente di Pietro Rosa, fino al dimenticato Labirinto del mondo e paradiso del cuore pubblicato in lingua ceca nel 1631 da tale Komeneski; gilindice, insomma, rappresenta un vero e proprio inno alla bibliofilia. La ricerca documentale di Eco proseguita per libri e carte sullassedio di Casale, sulle Crociate, il Coniate e il Barbarossa per Baudolino e per edizioni, fumetti e riviste degli anni Trenta per La misteriosa fiamma della Regina Loana, in cui il protagonista proprio un libraio antiquario dal nome emblematico di Giambattista Bodoni, che ritrova la memoria perduta grazie alla rilettura dei libri della propria infanzia.

Negli anni Eco si dunque rivolto spesso ai 120 librai antiquari dellALAI, alla ricerca di edizioni depoca su una grande varietdi argomenti. Ne nato un rapporto quasi di amicizia, suggellato da scambi reciproci di consigli la sua conoscenza di bibliografie, e di prezzi, fenomenale di sensazioni e di cultura, ancor prima che di merce e di denaro. Come non ricordare il rapporto epistolare tra il libraio inglese Anthony Hopkins e la collezionista americana Anne Bancroft nel raffinato film 84 Charing Cross del 1987, coscome quello decisamente picarnale, ma comunque legato ad un antico libro di magia tra il libraio Johnny Depp e la diabolica Emmanuelle Seigner ne La Nona porta che Polanski ha tratto da Pez-Reverte. In ogni caso mai mi riusciva di indovinare lesatto tema dei romanzi cui Eco stava ponendo mano: ma poi lui stesso mi faceva puntualmente dono dellultimo volume pubblicato, accompagnato dalla dedica coscapisce perchcercavo il tal libro.

Riallacciandomi al suo saggio La memoria vegetale, sono certo che il libro su carta, supporto vegetale della memoria della civiltumana, venuto dopo la prima memoria minerale delle incisioni rupestri, e dopo quella animale dei manoscritti su pelle di pecora, sarforse affiancato, ma mai potressere soppiantato dalla diffusione delle nuova memoria nuovamente minerale registrata sul silicio dei chip del computer. Insomma, speriamo proprio di non liberarci dai libri

The article was originally published on www.alai.it, and is presented here by permission of Umberto Pregliasco.

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