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Nederlandsche Vereeniging van Antiquaren

L'Associazione Librai Antiquari d'Italia - 1947-2011

On an autumn day in 1947, a small group of book dealers met in Milan to give life to the Circolo dei Librai Antiquari. They were not many, but they were set on granting a cultural dignity to the trade of antiquarian bookselling, on fostering friendship and understanding with foreign colleagues, on cooperating with libraries and institutions for the conservation of cultural property, and on providing collectors with a code of ethics that guaranteed a fair and professional relationship between rare book dealers and their customers. In 1971, the members of the association had increased to a few dozen when the Circle became the Associazione Librai Antiquari d'Italia. The history of the ALAI, the Italian Antiquarian Booksellers' Association.
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On an autumn day in 1947, a small group of book dealers met in Milan to give life to the Circolo dei Librai Antiquari. They were not many, but they were set on granting a cultural dignity to the trade of antiquarian bookselling, on fostering friendship and understanding with foreign colleagues, on cooperating with libraries and institutions for the conservation of cultural property, and on providing collectors with a code of ethics that guaranteed a fair and professional relationship between rare book dealers and their customers. In 1971, the members of the association had increased to a few dozen when the Circle became the Associazione Librai Antiquari d'Italia.

The history of the ALAI, the Italian Antiquarian Booksellers' Association, by:


Flavia Cristiano


Rendere alla parola "Antiquario" l'antica rispettata dignità. Offrire una garanzia morale sulla personadei propri associati. Divulgare in un pubblico piùvasto l'amore e l'interesse per il libro antico.Liberare il libro stesso dalle tante pastoie cheopprimono il commercio internazionale. Con questi scopi viene fondato a Milano, nell'autunno del 1947, il Circolo dei Librai Antiquari. Le librerie aderenti al gennaio 1948 sono 19 (21 conteggiando a parte le sedi romane della Hoepli e della Olschki): Banzi di Bologna, Bozzi e Delai di Genova, Olschki di Firenze, Casella di Napoli Nironi e Prandi di Reggio Emilia, Rappaport di Roma, Bourlot e Pregliasco di Torino, Cassini di Venezia e nove ditte milanesi (La Bibliofila, Cantoni, Cavallotti, Garzanti, Hoepli, Mediolanum, Il Polifilo, Turri e la Libreria Vinciana). Il numerodei soci è abbastanza ristretto, ma i nomi dei fondatori sono i più illustri dell'antiquariato italiano: Erard Aeschlimann e Mario Armanni, librai di grande esperienza e uomini di studio, artefici del grande successo della Libreria Antiquaria Hoepli; Cesare Olschki, figlio ed erede di quel Leo Samuel autore degli Choix de livres reres et curieux e che D'Annunzio definiva "libraio principe fra i più potenti di studio e fortuna"; Dino Prandi, allora agli inizidi una carriera di antiquario, bibliografo, editore esperto d'arte che lo avrebbe reso protagonista nella vita culturale italiana; Alessandro Piantanida, titolare di quella Libreria Vinciana cui sia scrive l'imponente catalogo monografico sugli Autori Italiani del'600 che resta tuttora una delle principali fonti bibliografiche sull'editoria italiana del XVII secolo; Luigi Banzi specialista in autografi e firma di livello internazionale; Gian Vittorio Bourlot e Lorenzo Pregliasco, librai di fiducia di Luigi Einaudi e di antiquari di antica tradizione familiare. E ancora Giocondo Cassini, Dante Cavallotti, Gaspare Casella, Carla Marzoli, Elfo Pozzi, Carlo Everardo Rappaport, Alberto Vigevani: tutti professionisti di grande serietà ed esperienza, titolari di librerie prestigiose.

La costituzione del Circolo da parte di un'élite qualificata pone finalmente l'Italia al passo con gli altri paesi europei: in coincidenza con il grande sviluppo mondiale del mercato antiquario, già nel primo triennio del secolo erano infatti sorte in Europa varie associazioni nazionali di Librai antiquari. L'Antiquarian Booksellers' Association data al 1906, il Verein der Deutschen Antiquariats- und Exportbuchhändler al 1918, l'Antikvarboghandlerforening danese del 1920, la Svenska Antikvariatforeningen al 1935 come la Nederlandsche Vereening van Antiquaren; anche il Syndicat de la Librairie Ancienne et Moderne (livres d'Occasion) operava fin dal 1933. In Italia i primi decenni del secolo avevano rappresentato un periodo distraordinaria fortuna per il commercio antiquario caratterizzato da una fase di espansione e sviluppo del mercato e dalla presenzadi protagonisti d'eccezione quali Leo Samuel Olschki o Tammaro De Marinis; nonostante la crescita del settore, attestata dalla diffusione di aste librarie di ottimo livello e dalla produzione di pregevoli cataloghi di vendita, non era nata però quell'associazione di categoria auspicata sin dagli anni '80 dell'Ottocento come elemento di razionalizzazione e moralizzazione del settore.

Il primo e unico tentativo di fondare un'associazione di librai antiquari d'Italia risale infatti al 1880, periodo in cui l'antiquariato librario aveva appena assunto una propria autonoma fisionomia in seno al commercio librario; essosi deve a una Società di Professori ed Amatori intitolata "Il Bibliofilo" (come la rivista cui diede vita tra il 1880 e il 1890) ispirata da Carlo Lozzi giurista e bibliofilo marchigiano, e despressione del profondo legame che sul finire del XIX secolo collegava antiquariato librario e mondo della bibliofilia e della cultura. Un legame via attenuatosi nel corso degli anni, tanto che il Circolo dei Librai Antiquari sembra porsi soprattutto lo scopo di rivalutare la figura professionale e morale del libraio antiquario e di recuperarne un più diretto rapporto con il mondo delle biblioteche e degli studi. Questa è l'impressione che si ricava dalla lettura del primo statuto: il Circolo, che si proponeva "di disciplinare il commercio librario d'antiquariato e di sviluppare l'amore per il libro antico", includeva, tra i suoi compiti, non pochi interventi di carattere bibliografico-informativo:

- a. Svolgere una azione moralizzatrice del commercio del libro antico fissandone le norme generali ed applicando sanzioni ai trasgressori.

- b. Sollecitare dalle competenti autorities disposizioni intese a facilitare il commercio d'antiquariato in Italia e all'estero.

- c. Promuovere manifestazioni di bibliografia ed associarsi a quelle ordinate da altri enti.

- d. Collegarsi con i Circoli stranieri similari e con librerie d'antiquariato all'Estero.

- e. Raccogliere cataloghi, bollettini, notizie concernenti il commercio del libro antico.

- f. Pubblicare un bollettino periodico con, articoli divulgativi di bibliografia, notiziari, desiderata ed offerte di opere.

- g. Pubblicare, patrocinare o partecipare ad imprese editoriali di bibliografia.

- h. Compiere ricerche bibliografiche per tutti i soci.

- i. Unificare l'adozione della terminologia relativa alla schedatura di un libro.

- l. Compiere un censimento di bibliofili formando indirizzari selezionati e divisi per specializzazioni.

Un programma ambizioso per le scarse risorse e le deboli forze di un'associazione ristretta, ma gli intenti denunciano uno sforzo di qualificare l'associazione di categoria anche e soprattutto sul versante culturale. Nel novembre 1947 esce così il primo numero del “Bollettino del Circolo dei Librai Antiquari” (mensile, pubblicato a Milano, redattore responsabile Marino Sgattoni che di lì a qualche anno avrebbe aperto una propria libreria antiquaria): la rivista ospita brevi articoletti d'interesse professionale, informazioni utili per l'attività commerciale, un "Notiziario" relativo alla vita delle librerie antiquarie, le “Comunicazioni del Circolo” ai soci, segnalazioni e recensioni bibliografiche, e, soprattutto, inserzioni, aperte a tutte le librerie, relative alle "Offerte" e “Domande” di libri. Il periodico prosegue fino al 1961, ridotto però negli ultimi anni a due fogli di supplemento alla "Libreria" organo ufficiale dell'Associazione Librai Italiani; in esso è documentata, fra l'altro, la particolare attenzione della categoria per i problemi connessi all'esportazione (o all'importazione) che si configuravano come una vera via crucis per i librai antiquari (come dimostra la serie di articoli sulle Tribolazioni del libraio antiquario apparsa sul "Bollettino" nel 1948). Nel 1949 il Notiziario de "La Bibliofilia" (prestigiosa rivista di casa Olschki), dando notizia di recenti aste londinesi della Sothebys, riferiva con rammarico che la Libreria Hoepli -che segnava «con le sue belle vendite e i suoi cataloghi perfetti e bibliograficamente onesti e sinceri, un punto cardinale nel vasto firmamento librario» - aveva, «quasi abbandonato il nobile agone internazionale» forse anche per reazione «alle forti pressioni fiscali»: l'articolista sottolineava al riguardo la «persistente diffidenza delle Autorità preposte alla tutela della vita bibliografica verso il commercio del libro antico». Contrastare questa “diffidenza” e realizzare un diverso rapporto con gli uffici d'esportazione e, più in generale, con il mondo delle biblioteche, diventa ben presto il principale scopo del Circolo.

Se l'azione di tutela degli interessi della categoria rappresenta, ovviamente, l'aspetto più rilevante e significativo dell'attività sociale dal '47 ad oggi, altro elemento permanente e distintivo è la partecipazione dell'associazione alla vita della Lega Internazionale dei Librai Antiquari cui l'Italia aderì sin dalla sua fondazione. L’International League of Antiquarian Booksellers (ILAB, o LILA secondo la denominazione francese di Ligue Internationale de la Librairie Ancienne) fondata su iniziativa del libraio olandese Menno Hertzberger in occasione del congresso di Copenhagen (1-5 settembre 1948), contava inizialmente dieci associazioni aderenti (Inghilterra, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Italia, Olanda, Norvegia, Svezia e Svizzera) e si proponeva di coordinare gli sforzi per favorire lo sviluppo del commercio del libro antico. Oltre a promuovere un "Recueil des us et coutumes" per normalizzare la prassi commerciale (e in particolare i rapporti, tra librai) e a patrocinare iniziative bibliografiche, l'ILAB avviò la consuetudine tuttora praticata - di tenere congressi accompagnati da mostre. Il settimo congresso dell'ILAB ebbe luogo a Milano dal 27 settembre al 1° ottobre 1953 e fu organizzato dal Circolo; ne troviamo ampia notizia sulla rivista "Accademie e Biblioteche d'Italia": «Gli argomenti dibattuti nel recente congresso di Milano, sotto la presidenza del sig. Georges Blaizot di Parigi, dai numerosi delegati di ogni paese sono stati molteplici: rileviamo quello della compilazione, ora già avanzata di un dizionario setti lingue dei termini e abbreviazioni in uso nel linguaggio bibliografico: di particolare importanza inoltre la discussione circa i modi di ottenere una maggiore uniformità nelle disposizioni dei vari Paesi regolanti l'esportazione e l'importazione del libro.».

Il "Circolo dei Librai Antiquari Italiani" che contava, rispetto ai maggiori Paesi un numero esiguo di membri, si assoggettò volontariamente a non lievi sacrifici affinchè fosse fatto onore agli ospiti, non meno di quello che era avvenuto nei precedenti congressi a Copenhagen, a Londra, a Parigi, a Bruxelles e a Ginevra. Il benvenuto fu dato dal presidente del "Circolo" [Cesare Olschki?] in francese, in inglese e in italiano nella bellissima Sala del Circolo al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica; seguì la visita a un'esposizione di manoscritti preparata appositarnente, nella Biblioteca Trivulziana, dalla dott.ssa Santoro, una visita serale alla Pinacoteca di Brera dietro la scorta della direttrice Dott.ssa Wittgens, un ricevimento del Sindaco di Milano. ».

Per l’XI Congresso dell' ILAB (Monaco, 16-20 settembre 1957) viene realizzato dal Circolo un numero speciale del "Bollettino" (all'epoca pubblicato a Torino e diretto da Ada Peyrot) in cui troviamo un esplicito riferimento alle difficoltà interne che, a un decennio dalla fondazione, affliggevano l'associazione: «La vie du "Circolo" - vi si legge - n'a pas toujours été facile, car il a été en but nombreuses incompréhensions. Toutefois il comprend maintenant la majeure partie des libraires antiquaires d'Italie, et ne cache plus son expérance de devenir, dans un prochain avenir, l'Association de tous ceux qui, dans notre Pays, s'occupent de livres anciens et d'occasion». Nell'arco dì dieci anni le librerie associate eran salite da 21 a 35 con una crescita tutto sommato lenta e circoscritta che non riflette il forte rilancio del settore antiquario avvenuto in quegli anni.

Varie fonti attestano, sul finire degli anni Cinquanta e agli inizi degli anni Sessanta, un evidente sviluppo del settore dopo la crisi della seconda guerra mondiale: lo confermano la ripresa delle aste librarie, la comparsa di pregevoli cataloghi di vendita, le diverse e nuove iniziative. Al riguardo una testimonianza autorevole è offerta da Rodolfo De Mattei che già nel ‘55 percepiva chiari segnali di un recupero del mercato del libro "vecchio":

«Come da sottoterra, zitto zitto, buono buono, il libro "vecchio"è risbucato fuori, riappare tra noi, rifà capolino in piazza, bussa alla nostra porta, raggiunge il nostro tavolo, si mescola ai libri nuovi (e perfino molti ne scansa), per prendere posto e spicco frai nostri oggetti familiari. Dove si fosse rifugiato, nascosto, eclissato nei torbidi e accidentati anni della guerra e dell’immediato dopoguerra, è impossibile dire, ma è già significativo, ed è importantissimo, il fatto che il libro "vecchio" sia ricomparso, che le librerie antiquarie d'Italia abbiano già ripreso quella loro funzione che è anche missione: la missione di riaccostarci alle fonti del passato, di ricongiungerci con antichi testi, atti, per avventura a dare alimento e stimolo al nostro spirito inquieto. Lasciamo dunque che il libro "vecchio" ritorni. é un perenne "grande ritorno" che non può non essere foriero di buoni frutti. Lasciamo che dalle varie regioni d’Italia, dalla Sicilia come dal Piemonte, dal Lazio come dalla Romagna, dalla Liguria come dal Veneto, i silenziosi librai antiquari mandino i loro bollettini, spesso commentati, illustrati e divisi per sezioni alla cerchia, certo non vastissima, ma neanche troppo ristretta, di amatori del libro raro.».

Aprono nuove librerie e i cataloghi di vendita sembrano moltiplicarsi («ogni giorno ricevo una media di tre cataloghi di libri antichi» scrive G.L. al "Bollettino" del Circolo nel maggio 1960); il mercato in crescita alimenta le rubriche di desiderata sulle varie riviste del settore quali "Il Corriere Librario" (nato a Roma nel 1946) e "L'informatore librario" (iniziato a Bologna nel 1949). Nel 1958 esce a Roma "Il Gazzettino Librario", direttore responsabile Francesco Scala: come le altre due riviste il mensile è soprattutto dedicato alle richieste e offerte di libri (nel '61 gli inserzionisti sono circa 70), cui si aggiungono articoletti e rubriche di modesta portata (alcune fisse, come "Le pubblicazioni ricevute", altre occasionali come quella dedicata a "Il libro antico e la sua terminologia"). Quando nel febbraio 1962 l'Associazione Librai Italiani sospende la pubblicazione del "Bollettino" quale supplemento alla propria rivista di categoria, il Circolo decide di appoggiarsi al "Gazzettino Librario" che aveva offerto la sua convinta collaborazione: a partire da quell'anno cessa perciò la rivista ufficiale, il "Bollettino", ma troviamo su ogni numero del "Gazzettino" l'elenco aggiornato e dettagliato delle librerie consociate (attualmente riportate in apertura di fascicolo) e il"Notiziario" dell'associazione, oggi limitato al calendario degli appuntamenti internazionali, ma che in passato ospitava i verbali delle assemblee generali, i programmi dei congressi dell'ILAB e d’altre notizie utili per i soci, configurandosi come l'unica seppure scarna fonte sulla vita dell'associazione. Uno spazio costante sul "Gazzettino" era riservato alle norme in materia di esportazione, come pure agli adempimenti connessi all’IGE o all’IVA: offrire ai soci un punto di riferimento e di informazione in materia legislativa e fiscale ha rappresentato infatti l'impegno primario dell'associazione che si è sempre proposta come interlocutrice delle autorità amministrative o fiscali anche in difesa degli interessi della categoria.

Si segnala, a titolo d'esempio, l'azione svolta in occasione dell'approvazione della legge sull’IVA nel 1970: dopo avere inviato al Ministro delle Finanze e alle competenti Commissioni parlamentari una relazione sulle istanze della categoria, l'associazione si rivolse alla Presidenza del Consiglio presentando un pro memoria («sulla tutela del commercio librario, tramite certo di cultura, minacciato dal 18%di prossima IVA») e una documentazione sulle aliquote IVA negli altri paesi del MEC (oscillanti tra il 4 e il 7.5%); un ulteriore memoriale venne trasmesso anche al Senato. «é inconcepibile - vi si legge - che, in un Paese così ricco di tradizioni civili e culturali, il libro d'occasione e antico, strumento di cultura e di studio venga equiparato nella tassazione agli oggetti di lusso e voluttuari, quali i gioielli, le pellicce e i liquori.». Grazie a questa azione pressante il Senato, nella seduta del 6 agosto, approvava un emendamento a favore del Libro antico riducendo l'aliquota IVA dal 18 al 6%; il senatore Pietro Bargellini, che aveva sostenuto l'associazione, venne eletto socio onorario.

Le pagine del "Gazzettino" registrano anche l'evoluzione della struttura associativa: il 2 maggio 1971 l'assemblea generale dei soci approva una nuova denominazione e il Circolo dei Librai Antiquari si trasforma in Associazione dei Librai Antiquari d' Italia. La nuova denominazione rispecchia una volontà di trasformazione da ristretto circolo di librai in prevalenza centro settentrionali, in vera associazione di categoria su base nazionale. Dal 1972 la sede, che prima era stabilita presso il presidente eletto, viene fissata a Firenze (in via Jacopo Nardi 6, dove sin dal 1971 si era trasferita la redazione del "Gazzettino Librario"). Lo statuto dell'Associazione (modificato nel 1963 e nel 1973) circoscrive ora più realisticamente l’impegno assiciativo alle finalità di «coordinare tutti gli sforzi e le iniziative per lo sviluppo ed il progresso del commercío della libreria antiquaria. Stringere legami amichevoli e di solidarietà tra i librai del mondo intero. Diffondere la conoscenza e l'apprezzamento del libro antico. Curare gli interessi della categoria».

A fronte di un impegno così limitato si assiste negli anni Settanta e Ottanta a un maggiore dinamismo dell'associazione: vengono diramate regolari circolari di informazione sulle norme fiscali e doganali (viene anche progettato un prontuario di guida nei rapporti con gli uffici fiscali e doganali); viene potenziata l'azione di informazione sui furti librari; viene istituito un Premio Annuale di Bibliografia «da assegnarsi al compilatore italiano di un'opera bibliografica meritevole» (attribuito nel 1972 a Ada Peyrot, nel 1973 a Paolo Arrigoni e nel 1974 ad Alberto Vigevani) in seguito soppresso; viene potenziata l'organizzazione o la partecipazione a mostre librarie (nel 1971 si svolge a Firenzela prima mostra collettiva patrocinata dall'ALAI, L'Italia descritta e illustrata dal xi, al xa secolo). Questo dinamismo trae alimento anche dalla progressiva crescita dell'Associazione: dai 40 soci del 1962 si passa ai 55 del 1971, ai 61 del 1985, agli 80 del 1988 fino agli oltre 100 soci attuali: indizio di una sostanziale salute del commercio antiquario, nonostante le ricorrenti denunce di"rarefazione" e di crisi del mercato.

Il successo anche internazionale della Mostra del Libro Antico di Milano (promossa nella sua prima edizione proprio dall'ALAI e dalla redazione di"L’Esopo"), giunta nel 1997 alla sua VII edizione, sembra confermare il buon livello della libreria antiquaria italiana. Una maggiore attenzione alla serietà dei membri e un più forte richiamo alla competenza professionale caratterizzano l'impegno attuale dell'Associazione. L’ultimo statuto approvato dall'assemblea generale il 16 maggio 1993, prevede maggiori garanzie per l'ammissione di nuovi soci e istituisce tra gli organi dell'ALAI anche un collegio di probiviri. Ma soprattutto si modificano, in modo significativo, le finalità statutarie:

«L’Associazione ha i seguenti scopi: coordinare tutti gli sforzi e le iniziative per sviluppare il commercio del libro raro e di pregio,antico e moderno, improntandolo a criteri di serietà e di competenza professionale . Tutelare la dignità professionale della categoria dei librai antiquari. Stringere legami amichevoli e di solidarietà tra librai del mondo intero. Diffondere la conoscenza e l'apprezzamento del libro antico. Curare gli interessi della categoria. Collaborare con i preposti organi dello Stato, delle Regioni e dei Comuni alla tutela, conservazione e arricchimento del patrimonio bibliografico nazíonale.».

Flavia Cristiano, da L'oggetto libro '97, Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 1997.


The text is published on the website of the L'Associazione Librai Antiquari d'Italia. It is presented here by permission of ALAI President Fabrizio Govi.

The pictures were taken at the Presidents' Meeting in Milan 1953, at the Presidents' Meeting in Florence 1999, and at the 39th ILAB Congress in Bologna in 2010.

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